In quanto uomini e donne abbiamo bisogno di capire, di avanzare su terreni ancora sconosciuti, di scegliere al bivio, di attraversare pacificamente nuove frontiere, di incontrare donne e uomini con i quali condividere un tratto di strada … Partire è una follia senza senso per gli uomini arrivati, per i benpensanti, per i piccolo borghesi, per le mamme apprensive, per quelli che guardano la TV tutte le sere. Partire, invece, ha un senso per quelli che vanno contro corrente, che ci è scettico nei confronti delle spiegazioni tranquillizzanti, per chi è mosso dall’inquietudine di vivere, per chi è alla ricerca della pienezza della vita.
Partire è anzitutto uscire da sé.
Rompere quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro "io".
Partire è smetterla di girare in tondo intorno a noi, come se fossimo al centro del mondo e della vita. Partire è non lasciarsi chiudere negli angusti problemi del piccolo mondo cui apparteniamo: qualunque sia l'importanza di questo nostro mondo l'umanità è più grande ed è essa che dobbiamo servire. Partire non è divorare chilometri, attraversare i mari, volare a velocità supersoniche.
Partire è anzitutto aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. Aprirci alle idee, comprese quelle contrarie alle nostre, significa avere il fiato di un buon camminatore.
È possibile viaggiare da soli. Ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove li trova. Li ascolta, con intelligenza e delicatezza, soprattutto con amore, ridà coraggio e gusto per il cammino.
Camminare è andare verso qualche cosa; è prevedere l'arrivo, lo sbarco. Ma c'è cammino e cammino: partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia
per costruire un mondo più giusto e umano.
(Helder Camara)
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Cosa portare con sè?
E oltre alla tenda, alla gavetta, al sacco a pelo, al Vangelo, al maglione, allo spazzolino da denti, all’asciugamano, cos’altro avrò dimenticato?
Un suggerimento per chi volesse partire: non dimenticare lo spazzolino da denti! Guy de Larigaudie teorizzava che le uniche due cose veramente indispensabili da mettere nello zaino per un gentiluomo erano lo smoking e lo spazzolino da denti. Nessuno dovrebbe dubitare della perdurante validità di tale insegnamento.